La Chiesa parrocchiale di San Matteo.
La Chiesa di San Matteo Apostolo è uno dei più interessanti edifici religiosi del tardo Barocco ligure.
Costruita alla fine dei '700, ampliando una precedente costruzione, costò, come scrisse un cronista contemporaneo, "più di mezzo milione di lire genovesi, senza contare la mano d'opera e il materiale somministrato gratuitamente da marinai e pescatori ed il monte d'oro offerto dal corpo dei patroni..." (piccoli armatori e capitani del loro bastimento).
Con queste generose offerte fu possibile acquistare ad aste pubbliche alcuni altari e quadri di grande prestigio artistico, messi all'asta dopo la chiusura di alcune importanti chiese genovesi secondo le leggi napoleoniche. Si possono così ammirare: l'Assunta di Bernardo Strozzi (XVII sec.), La Pentecoste di Castello Castellino (1645), Il Battesimo di Gesù e la Crocifissione di ottima scuola genovese del '600 in un interno armonico e grandioso.
Tutto con le offerte dei fedeli, gente di mare, che per accentuare e rendere visibile questa loro devozione, vollero che le croci poste sopra i due campanili fossero orientate secondo i principali venti del mare: il maestrale ed il libeccio.
Nel periodo di massima prosperità delle famiglie laiguegliesi la chiesa venne ampliata e l'altare maggiore fu spostato a ponente.
La preziosa statua di San Matteo tutta ricoperta di lamina d'argento, risale al 1708. Alcuni decenni più tardi, le autorità decisero che era necessario innalzare un tempio più consono al ruolo del paese.
Ma dal 1754, anno in cui iniziarono i lavori, varie vicissitudini rallentarono l'andamento della costruzione. Basti pensare che i campanili, eretti per primi, furono gli ultimi ad essere ultimati e solo nel 1794 si arrivò alla fine delle strutture in muratura; quattro anni dopo, secondo le leggi francesi in vigore, tutto ciò che di prezioso era contenuto nella parrocchia fu confiscato per un totale di 100 chili d'argento, senza contare il valore artistico.
Oratorio di Santa Maria Maddalena
Adiacente alla chiesa parrocchiale sorge l'Oratorio di Santa Maria Maddalena. costruito all'inizio del Seicento con le offerte di un'altra componente della comunità laiguegliese, i pescatori di corallo che operano su di una flotta di circa cento barche coralline.
Col ricavato della vendita del corallo grezzo estratto durante i giorni festivi (previa autorizzazione del Vescovo), fecero costruire il loro Oratorio in cui si possono ammirare i panconi originali secenteschi, un bellissimo crocefisso con finimenti d'argento del XVII secolo ed un grandioso dipinto di Domenico Piola (1674) raffigurante la Maddalena penitente, che costò ben tre anni di lavoro gratuito per poter pagare puntualmente le rate al pittore.
Il Bastione di difesa
A Laigueglia, il "Baluardo" conosciuto anche come "Bastione di Levante" o "del Cavallo" è il solo rimasto dei tre torrioni sorti a difesa della città nel 1500.
Il Ciglione o Torrione del "Giunchetto" sopra a Capo Mele venne demolito da Napoleone per far passare la strada.
Dalla "torre di Mezzo" o "Castello", dove poi fu costruito il Palazzo Rosso, fu prelevato il cannone bronzeo utilizzato per realizzare la grossa campana della parrocchiale di S. Matteo.
Il bastione sopravvissuto, che è proprio sulla spiaggia, fu impiegato, oltre che come postazione difensiva, come carcere e come lazzaretto per i marinai in quarantena.
Madonna delle penne
Madonna delle Penne, antico santuario edificato da pescatori di corallo catalani nel XVI sec. con il nome di Nuestra Senora de la Pena, da sempre protettrice invocata dalle nostre generazioni di marinai e pescatori dall'alto del promontorio di Capo Mele.